lassu sulle montagne

E la canzone della brigata di Giustizia e Libertà Valle Stura "Carlo Rosselli" (già Seconda Banda) e va cantata sull'aria de ll cacciator del bosco. La valle Stura era di grande importanza strategica e il 17 agosto 1944 fu oggetto di un massiccio attacco da parte di una divisione corazzata della Wehrmacht. Per sette giorni 410 partigiani e 26 ufficiali della brigata "Carlo Rosselli", al comando di Nuto Revelli (probabilmente colui che pronunciò l'accorato commento in piemontese "Ancura 'n pochi i n'uma vuidà") ne ritardarono la marcia, finché poi furono costretti a ripiegare oltre il confine francese.

Lassù sulle montagne
vive il partigiano
con il fucile in mano,
il fucile in mano,
pronto i tedeschi ad affrontar.

Mentre la Stura scorre
il partigiano veglia,
sente rombar lontano,
lontan lontano, sente il rombare di cento motor.

E la colonna che arriva
con carri armati e cannoni, tedeschi per i valloni,
per i valloni,
i nostri posti vanno attaccar.

E quando scende la sera
ritorna la colonna,
han tutti la faccia nera,
la faccia nera, per le batoste dei partigian.

E la Seconda Banda lassù sulle alte cime sente il suo capitano: "Ancura 'n pochi i n'unta vuidà".

Ma la banda risponde: "Ancor non è finita, finché avremo vita, avremo vita,
ancora tanti
ne ammazzerem".




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